“COMPRENDERE E’ IL PRIMO PASSO PER ESSERE LIBERI”
Tra le tante arti orientali (marziali, olistiche, filosofiche) che si sono diffuse in occidente sicuramente il Taijiquan è una di quelle più conosciute e praticate. Quasi tutte le scuole di arti marziali propongono dei corsi (per principianti, per esperti, per la difesa personale, ecc) ed in giro si possono vedere molti stili, interpretazioni personali e versioni più o meno originali.
La nostra associazione KungFuConcepts ASD con sede a Senigallia ed operante in diverse sedi nelle Marche è una “piccola” scuola indipendente che non fa capo a nessuna grande scuola nazionale ne a nessuna organizzazione e/o federazione nazionale o internazionale. Questa scelta, pur comportando degli svantaggi a livello di marketing: visibilità, referenze ecc. , ci permette di poter dare un giudizio abbastanza obiettivo e spassionato sull’argomento senza “vincoli di mandato” per così dire, ma si tratta pur sempre di opinioni personali, perfettibili e opinabili, che hanno come scopo solo quello di porre delle domande…le cui risposte dovrete trovare voi.
Analizziamo alcuni aspetti che spesso sono fonte di curiosità, dubbi o discriminanti in fase di scelta di Arte, Stile e/o corso.
Il nome. La corretta traslitterazione fonetica dal cinese è Taijiquan secondo il metodo pinyin introdotto nel 1958 dalla Repubblica Cinese ed in uso in tutto il mondo. Il termine Tai Chi Chuan e la sua abbreviazione, Tai Chi, derivano dal sistema Wade-Giles usato ormai nel passato ma molto popolare negli Stati Uniti e di conseguenza in tutto il mondo. Purtroppo vista la “radicalizzazione” di tale parola tra i non addetti ai lavori si è costretti un po’ tutti a conservare almeno in parte questo termine per essere più visibili nei motori di ricerca e nelle pubblicità in genere.
Intanto se siete alla ricerca di una scuola e/o corso già potete fare una prima considerazione sul significato del nome per capire se chi vi insegna ha le idee chiare oppure no.
Gli stili. La nascita del Taijiquan si perde nella notte dei tempi e non sempre le informazioni a noi giunte sono veritiere. Di norma si fa risalire il Taijiquan alla famiglia Chen durante la dinastia Ming (1368-1644). Nei secoli successivi molti sono stati i praticanti ed alcuni maestri sono riusciti a dare un impronta assolutamente rilevante all’arte che avevano appreso al punto da creare dei nuovi stili. Senza dilungarsi troppo gli stili più importanti giunti ai giorni nostri sono: Chen, Yang, Wu e Sun. Pur avendo caratteristiche e movimenti diversi conservano al loro interno gli stessi principi.
Per cui se vedete diversi praticanti di taijiquan muoversi in modo diverso non “spaventatevi” è normale… più difficile capire se i movimenti sono corretti e le forme “inventate”.
I benefici. I benefici del Taijiquan sono molteplici e molte università e centri di ricerca nel mondo hanno fatto test, verifiche (strumentali e pratiche) che ne accertano la veridicità. Elencarli tutti sarebbe impossibile ed anche fuorviante, in quanto si rischia di far passare il messaggio di un Taijiquan “panacea di tutti i mali” che non risponde affatto a verità. Come tutte le arti si riceve ciò che si dà. Pensare di risolvere alcuni “problemi di salute” con una pratica saltuaria è a dir poco fantasioso e quanto di più lontano dalla realtà. Occorre innanzitutto “sentire” la necessità di un cambiamento interiore che innesca la voglia di cercare, mettersi in gioco…conoscersi. A questo punto una pratica corretta, costante e di qualità , fa percepire pian piano i piccoli cambiamenti corporeo/strutturali prima ed interiori poi che sono alla base di un miglioramento del proprio stato di salute in generale e di un ritrovato equilibrio.
Attenzione quindi a chi vi “vende” il Taijiquan come una sorta di medicinale da banco…pronto all’uso.
L’aspetto marziale. Il Taijiquan è un’arte marziale o una disciplina per il benessere? Beh…può essere l’uno o l’altro ma qui si entra in un campo molto controverso. Praticare il Taijiquan solo come disciplina del benessere può essere considerato un’eresia dai “puristi” della materia ma a ben pensare è ciò che fanno la stragrande maggioranza dei praticanti che vanno in palestra uno barra due volte a settimana e si devono dividere tra impegni lavorativi, famiglia ecc. Approfondire gli aspetti marziali della disciplina è molto difficile e richiede un impegno fisico e mentale decisamente diverso da un comune corso di palestra che ben pochi riescono a fare proficuamente. Molte scuole e maestri giocano molto su questo aspetto con gran dovizia di articoli sulla struttura del corpo, sull’energia, ecc. indottrinando il tutto con citazioni, grandi discorsi filosofici, e validando l’insieme con applicazioni, Tui Shou, e medaglie vinte in competizioni nazionali o internazionali. Tutto molto bello se non fosse che si fa passare un altro messaggio altrettanto pericoloso: fare Taiji può essere un’ottima “arma” per la difesa personale. Immaginate… un allenamento più “duro” con qualche pugno, calcio portato con energia su qualche colpitore, un Tui Shou intenso ma con un opponente “collaborativo” e persone che stanno tutto il giorno in ufficio o che non hanno mai preso un pugno o affrontato un reale pericolo che diventano improvvisamente degli esperti combattenti…mah se credete alle favole. Difendersi e combattere è una cosa seria, richiede duri allenamenti, sparring vero, ecc., pensare di ottenere questo con il Taijiquan è come andare a Roma passando per Milano. Il Taijiquan incorpora validi concetti di difesa personale ed il loro studio si può e si deve fare…ma credere che poi sia di facile applicazione reale ce ne passa. Lasciamo il combattimento reale a chi ne ha le capacità e con stili e/o sport sviluppati apposta per tale uso e non pensiamo perché in passato alcuni maestri erano abili combattenti che lo possiamo essere anche noi. Primo perché in tutti gli stili cinesi, tutti i maestri erano abili combattenti che non perdevano mai un incontro, bla bla bla … vi siete mai chiesti perché? Poi perché quasi nessuno oggigiorno sarebbe disposto ad uno stile di vita e a degli allenamenti molto duri al fine di raggiungere tale abilità. Che poi ce ne siano alcuni che sono riusciti nell’intento non lo nego…il problema è farlo credere agli allievi solo per incrementare il business delle proprie scuole. Un consiglio? Il Taijiquan dovrebbe avere un approccio graduale passando per una pratica dedita al benessere della persona (cosa di cui al momento si ha più bisogno, non credete?), poi man mano che si migliora nello studio approfondire anche l’aspetto marziale/interiore che di sicuro può renderci più sicuri di noi stessi, più energici e quindi anche più reattivi di fronte ad un pericolo.
Diffidate quindi da tutti coloro che esaltano troppo l’aspetto “combact” del Taijiquan.
Le scuole. Anche in questo caso affrontiamo un altro aspetto “spinoso”. In giro si trova di tutto: piccole e grandi scuole, persone serie ed impostori…come districarsi in questa giungla di offerte, articoli, video, post, blog, ecc.? A volte le persone si affidano alla prima scuola che trovano vicino a loro, per comodità soprattutto ma non sempre questo è sinonimo di qualità. Altre volte ci si affida al passaparola, ho sentito dire… oppure: il mio amico/a fa questo corso e me ne ha parlato bene… ancora: la mia amica/o va a provare questa disciplina e mi ha chiesto se l’accompagno. Anche qui ci sono dei rischi. Se il passaparola è di una scuola e/o corso valido ok altrimenti ci si affida di nuovo al caso con tutti i rischi che ne consegue. Uno dei metodi più utilizzati per “sondare il terreno” per così dire è internet. Tutte le scuole hanno ormai un sito, una pagina Facebook , Instagram…e poi YouTube, un contenitore enorme dove si può trovare di tutto. Purtroppo anche internet senza un minimo di conoscenza della materia non aiuta…anzi. Nella rete tutti sono bravi ed ognuno di noi che ne fa parte cerca di mostrare il meglio della propria realtà e di dire le cose più giuste… ma sono pur sempre opinioni personali…non verità assolute. Allora penserete come si fa a scegliere una scuola valida? Regole certe non ce ne sono e questi sono solo dei semplici consigli riferiti alla galassia del Kung-Fu. Non sempre le scuole più grandi o i maestri più rinomati o i siti più “fighi” sono sinonimo di qualità ma avendo costoro una struttura organizzativa ed un notevole giro di denaro possono permettersi un marketing aggressivo, intendiamoci ce ne sono di valide con maestri competenti ma spesso si entra in un “circolo vizioso” fatto di esami, stage di perfezionamento “obbligatori”, di un “letale”, fatemi passare il termine, senso di appartenenza alla scuola con un Maestro “venerato” come un profeta. Di norma le arti marziali sono un cammino di crescita individuale, il gioco di squadra per così dire fa più comodo alle scuole per “fidelizzare” l’allievo come un negozio con il proprio cliente. Altro consiglio: di tutti gli insegnanti e/o maestri, sinceratevi del loro percorso formativo, da chi hanno imparato, per quanto tempo, da dove apprendono ora e da chi hanno imparato le cose che vi trasmettono. Non vi fidate solo dei curriculum e nemmeno dei loro racconti astratti. Il consiglio più importante però è provare ed avere il coraggio di cambiare! Provare ci aiuta ad avere più punti di vista e quindi farci un nostro giudizio personale. Cambiare non sempre è necessario ma non ci può essere crescita senza cambiamento, lo “Status-Quo” non ha mai permesso alle persone in ogni campo lavorativo o artistico di progredire.
Per cui se ravvisate la necessità di fare nuove esperienze, anche senza abbandonare la propria realtà, non permettete a nessuno di impedirvelo e/o scoraggiarvi.
Infine come nella vita in generale, una buona dose di fortuna è necessaria per farci trovare al posto giusto nel momento giusto…
Buon cammino e buona ricerca a tutti.